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Anconitana in "D" più difficile, ma non impossibile.

Dal CORRIERE ADRIATICOSi è tenuto un lungo summit ieri pomeriggio tra il presidente dell’Anconitana Stefano Marconi e il legale napoletano Eduardo Chiacchio. Il rendez-vous è stato telefonico, una lunga chiacchierata per fare il punto della situazione dopo i criteri stabiliti uno dopo l’altro dalla Lega nazionale dilettanti. Prima quello della media punti che ha permesso a sette seconde classificate in Eccellenza di approdare subito in D, poi l’altra mazzata. Forse quella più dura da digerire, il basso punteggio per gli eventuali ripescaggi. Numeri impietosi che smorzano, e di molto, le sensazioni positive che fino alla metà della settimana appena conclusa i dirigenti dorici avvertivano. Una doccia fredda che, diciamola tutta, ha finito per spiazzare anche il legale campano che evidentemente immaginava venissero presi in considerazione altri parametri. Alcune questioni erano state messe in conto, ma tra le tante ipotesi sbandierate dai vertici della Lega senza dubbio è stata scelta la strada più penalizzante per l’Anconitana. Come se già da queste parti i tifosi non avessero sofferto abbastanza… 
Non è finita 
Ovviamente non è tutto perduto. <Non è quello che ci aspettavamo, è palese – ha detto il patron Stefano Marconi -, ma chi mi conosce sa che farò tutto quello che ci sarà possibile fare per il bene dell’Anconitana. Non sono un tipo che si arrende facilmente, l’ho ribadito a Chiacchio che naturalmente abbiamo ingaggiato anche per essere pronti a inoltrare ricorsi>. Non aggiunge altro il numero uno della Rays, ma è facilmente intuibile che il sodalizio proverà a chiedere l’ammissione in sovrannumero e si aggrapperà alle perdite di chance. Certo che risuonano ancora le parole del presidente della LND Cosimo Sibilia pronunciate a inizio giugno: “Premieremo il merito e penalizzeremo il demerito” – aveva detto -. Poi le cose sono cambiate repentinamente come dimostra il comunicato dell’altro ieri. In caso di ripescaggio avranno precedenza due compagini retrocesse dalla D, poi una dall’Eccellenza. Con l’Anconitana molto indietro a livello di punteggio. In sintesi, per adesso, è come scalare l’Everest. La partita si giocherà più avanti però: in primis perché Chiacchio andrà avanti con la strategia migliore, poi bisognerà vedere se le previsioni della Lega saranno azzeccate. Un po' tutti, ormai da mesi, sono convinti che nei vari gironi molte squadre non ce la faranno ad iscriversi e anche chi si trova nelle condizioni dell’Anconitana, non gode di perfetta salute. Sarà davvero così? Conferme, a parte qualche indiscrezione, non ce ne sono. Che lunga estate… 
Una scadenza da fissare 
Movimenti di Chiacchio a parte, obbligatoriamente l’Anconitana dovrà pensare a un piano B. E’ fondamentale per non rimanere impreparati. Tradotto: se le battaglie legali saranno troppo lunghe con i tempi, Marconi deciderà di stoppare l’iter per concentrarsi sulla costruzione della squadra che dovrà disputare il torneo di Eccellenza. Che forse inizierà a ottobre, ma la programmazione è essenziale e non si potranno regalare mesi di vantaggio alle altre. Una storia, questa, anche se diversa in alcuni passaggi, che può ricordare il 2004. Dopo mesi di autentica passione con l’Ancona di Pieroni pronta a ripartire con una rosa super dalla B, le cose mutarono in peggio. Il 27 agosto fu fondata la nuova società di Sergio Schiavoni che riuscì ad aderire al “Lodo Petrucci”, rilevando il titolo sportivo per 800 mila euro. In extremis fu trovato un posto in C2 dopo la A di qualche mese prima. Tornando alla stretta attualità: è giusto frenare una proprietà che non ha perso il campionato di Eccellenza (mancavano sette giornate dalla fine), distante solo due punti dalla capolista? E’ corretto ammettere compagini che magari non hanno nemmeno ambizioni di professionismo e che erano lontane dalla vetta di sette-otto punti? Ancona sportiva chiede “solo” la D per provare a ritornare grande. Perché lo è stata.
Paolo Papili