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FALLIMENTO PILOTATO COS' E' E A CHE COSA SERVE.

fallimentoTra  i debiti da saldare, gli stipendi da pagare e gli impegni da mantenere si fa largo l'ipotesi del fallimento pilotato. Se ne parla tanto, lo nominano tutti e, soprattutto, in tanti ci sperano: ma nel concreto cos'è questo fallimento pilotato ?
Ve lo spieghiamo qui, in maniera semplice con questo estratto dal sito fantagazzetta.com.
Si parla di fallimento pilotato quando una società (nella fattispecie sportiva) presenta spontaneamente istanza di fallimento preso il tribunale di competenza. Una mossa che forse sarebbe l'unico modo di salvare il salvabile, ossia il titolo sportivo, che finirebbe all'asta. Verrebbe nominato un curatore fallimentare per gestire l'attività corrente e poi via alle proposte di acquisto. Chi compra il titolo, fonda una nuova società che riparte con il suddetto titolo sportivo, cioè dalla categoria in cui la (ormai) defunta squadra si trovava.
Non solo, anche i debiti diminuiscono: la nuova società dovrà accollarsi soltanto i debiti della gestione sportiva (verso i tesserati e verso le altre società), mentre tasse e debiti verso altri fornitori e creditori si risolveranno seguendo il consueto iter di fallimento (e in bocca al lupo, visti i tempi della magistratura e la probabile poca liquidità di chi porterà la società attuale al fallimento).
In passato già altre società hanno fatto ricorso a tale istituto giuridico. La prima fu il Lanciano: dopo la gestione di Paolo Di Stanislao, la società era sull'orlo del fallimento, ma venne salvata, dopo le pratiche del fallimento pilotato, dalla famiglia Maio. Poco tempo dopo toccò ad un'altra squadra abruzzese, il Pescara: dopo un periodo molto oscuro, tra società fantasma e proprietari anonimi (vi ricorda qualcosa ?), il Pescara viene dichiarato fallito e andò all'asta: venne acquistato da una cordata presieduta da Deborah Caldora e Giuseppe De Cecco. Dopo la salvezza in tribunale, arrivò anche quella sul campo con Antonello Cuccureddu in panchina. In tempi più recenti, la sorte del fallimento pilotato è toccata all'Ascoli: Manocchio prima e Nicoletti poi portano la società allo sfascio. Iter fallimentare iniziato e nuova società nelle mani dell'italo-canadese Francesco Bellini: che riparte dalla Lega Pro e poi il ripescaggio in Serie B. Infine, forse il caso più noto, il Bari: dopo gli anni di Matarrese e le cessioni sempre trattate e mai portate a termine, ecco il fallimento. A salvare capra, cavoli e titolo sportivo è una cordata (ancora, invero, misteriosa) guidata dall'ex arbitro Gianluca Paparesta.